Sono
trascorsi cinque giorni e ancora non sono riuscita a raccontarvi
quello che è successo a Specchia la sera di domenica 3 agosto.
Non
è vero: avevo pubblicato un post, credo il giorno successivo e
chiudevo con una non- conclusione, ripromettendomi di continuarlo.
Non l'ho più portato a termine.
Pensavo
che fosse troppo presto per scrivere: l'emozione, la gioia e anche le
lacrime che ad essa si accompagnavano sembravano intrappolate nel
cuore. Raccontarle poteva portarmele via, ma non scriverle, non
condividerle con voi che mi leggete, avrebbe potuto con il tempo
cancellarle. E non voglio che ciò avvenga: non sarebbe giusto nei
confronti di chi mi ha sostenuto, aiutato; di chi ha abbracciato il
progetto, l'ha condiviso, fatto suo e contribuito alla realizzazione;
di chi ha partecipato, in ogni forma, rendendo “La passeggiata
letteraria nel borgo” una magia.
Concedetemi
di iniziare dalla fine e promettetemi di arrivare fino in fondo a
questo post, per quanto lungo potrà risultare.
Vorrei
iniziare ringraziando Walter Spennato: il 17 marzo 2013 è stato il
primo a portare nel Salento l'esperienza di un megareading,
regalandolo alla sua città di origine, Racale. Me ne ha parlato con
grande entusiasmo Donatella Trono, responsabile della Biblioteca di
Salve ed entrambi hanno fatto nascere in me il desiderio di proporlo
a Specchia. Non è stato difficile, anche se da allora hanno dovuto
sopportare i miei messaggi, ascoltarmi e elargirmi anche consigli,
dritte, offrendomi un sostegno e un'amicizia davvero preziosi.
Ho
camminato per le stradine del centro storico, attraversato ogni
vicolo; mi sono fermata negli angoli più belli e ne ho scoperto un
fascino che forse non avevo mai saputo cogliere. Specchia è per me
uno degli angoli più belli del mondo, ma non perché a dirlo è una
guida o un titolo acquisito nel tempo è meritato. Solo che a volte
lo guardiamo con gli occhi della quotidianità, che ci impedisce di
andare oltre e in profondità. Camminando. vedevo il borgo antico
desideroso di accogliere, di donare la sua bellezza ad altra
bellezza. A una bellezza anche diversa da quella che negli anni
passati aveva ospitato durante le diverse edizioni di Specchiarte,
quando i bianchi muri di calce si rivestivano di tele dipinte, quadri
ed anche sculture. Una bellezza fatta di letteratura, fatta di
poesia.
Le
corti erano, un tempo, i luoghi in cui la gente, tornata dalla
campagna, nelle sere d'estate, si sedeva e divideva con i vicini un
bicchiere di vino, una frisa condita con l'olio d'oliva, o quel pezzo
di pane di grano sfornato la mattina presto. E mentre si consumavano
quei prodotti fatti in casa o si assaporava il frutto appena colto,
seduti sul “llimatare”, sulla soglia di casa, si condividevano
soprattutto i racconti, di quanto ognuno aveva vissuto in quella
lunga giornata di fatiche cominciate prima del sorgere del sole e
finite dopo il tramonto, al sopraggiungere delle prime luci notturne.
A volte si pescava nella memoria e si raccontavano ai ragazzi, ai più
giovani, fatti di gente che non era più, di gente che ormai
apparteneva alla memoria o anche agli affetti della comunità.
Ecco
cosa potevamo tornare a rivivere: la magia di un racconto, affidato,
questa volta, però, a chi ha ascoltato la vita e ha trascritto su
una pagina ciò che lei gli detta; a chi sente nascere una storia
nella sua mente e nel suo cuore e vive il bisogno di trasformarla in
prosa o anche in un poemetto in versi; a chi ha fatto tesoro dei
racconti di un tempo e ha voluto mantenere la promessa di affidarlo
non solo a un libro, ma a un tempo più ampio e più lungo.
Ed
ecco cosa potevamo regalare al pubblico: una passeggiata “con i
piedi” nell'incantevole centro antico di un borgo nato intorno
all'anno 1000, ma anche una passeggiata con la fantasia, accompagnato
da chi sa narrare, catturare con le parole e regalare emozioni non
sospette, nuove, davvero sorprendenti. Una passeggiata che permette
di incontrarsi e rincontrarsi negli angoli, di incontrare e di
incontrarsi nelle pagine, di conoscere libri, veri biglietti di un
viaggi unici, di scoprire e conoscere opere e autori, in un modo
quasi... intimo. Gli scrittori si presentano e fanno conoscere se
stessi e la loro scrittura ai lettori, parlando non solo alle loro
orecchie, ma soprattutto al loro cuore. E si trovano reciprocamente e
si raccontano vicendevolmente, anche nel silenzio di sguardi o di
passi silenziosi che attraversano una strada e un mondo.
Ed
ecco allora che quel sogno, coltivato per più di un anno, poteva
uscire dal luogo dell'immaginazione e prendere prima corpo sulla
carta, quando l'allora assessore alle Politiche Giovanili, Valerio
Stendardo, mi invitava a metterlo nero su bianco e quando
Federica Murgia, presidente dell'Associazione culturale
“e20cult”, lo condivideva e adottava insieme a un progetto ancora
più grande, “SPECCHIAmoci nei... libri”, col fine di promuovere
i libri e diffondere l'amore per la lettura, elemento chiave della
crescita personale, sociale e culturale.
Ed
ecco che quel sogno personale ha iniziato ad essere il progetto
dell'associazione “e20cult” , il progetto di Federica Murgia, che
coordinava il tutto, di Stefania Branca, architetto responsabile
dell'allestimento scenografico, di Giampiero Pizza, ex assessore alla
Cultura, amico e sponsor dell'associazione e dell'evento. Ed è
diventato il progetto di Maurizio Antonazzo, che ha curato l'Ufficio
Stampa; e ha continuato ad essere il progetto di Valerio, che lo ha
presentato al Vice Presidente del Consiglio Regionale, Antonio
Maniglio, ottenendo un contributo per tutto il complesso di “SPECCHIA
moci... nei libri”. Ed è diventato il progetto anche del nuovo
sindaco, Rocco Pagliara, e del neo assessore alla Cultura, Giorgio
Biasco, che hanno voluto l'evento nel calendario dell'estate
specchiese.
Ed
ecco che quel sogno ha avuto un nome, “Passeggiata letteraria nel
borgo”, un logo, nato dalla creatività di Giovanni Spagnolo, e ha
avuto anche una data: domenica 3 agosto, la prima domenica del mese
più caldo e più atteso di tutto l'anno. Soprattutto ha avuto un
protagonista speciale, uno scrittore che ha saputo vivere e
raccontare il Salento e la sua anima, il grande Vittorio Bodini,
a cui è stato dedicato l'evento, perché tutti volevamo omaggiare il
poeta salentino di cui ricorreva il centenario della nascita. Ed è
così che la “Passeggiata Letteraria nel Borgo” diventava anche
del Centro Studi Bodini di Lecce, che ha inserito
l'appuntamento nel calendario di celebrazioni dedicate allo scrittore
in Puglia e in Italia.
Il
mega- reading ha continuato, però, ad essere sempre il mio sogno,
al quale mi sono dedicata con passione e dedizione, con un'emozione a
cui ancora oggi non riesco a dare un nome. Sento solo un profondo
senso di gratitudine verso tutti gli scrittori e le loro case
editrici che hanno accettato l'invito a venire e regalare il racconto
delle loro opere a Specchia, in un evento che non sapevo come e cosa
sarebbe diventato.
Non
vi nascondo che ogni giorno sentivo crescere in me la paura di
sbagliare, di non riuscire, ma con essa anche il desiderio, la
voglia, la determinazione di realizzare un appuntamento che
soddisfacesse gli scrittori ospiti, Specchia e anche noi
organizzatori. Un appuntamento che fosse all'altezza dell' incanto
del posto e dell'arte letteraria che qui sarebbe risuonata.
E
nel mentre la “Passeggiata letteraria nel borgo” prendeva forma nel
mondo virtuale, fra le pagine di questo blog, dove abbiamo condiviso
con voi ogni momento e raccontato ogni piccolo passo che ci preparava
alla grande camminata; dove abbiamo presentato le location e le
immagini suggestive del centro storico; dove soprattutto vi abbiamo
presentato i protagonisti, i libri e i loro autori. Ve li abbiamo
presentati attraverso la loro vita, ma soprattutto in brevi passi
tratti dalle loro opere e offrendovi il punto di vista di lettrici
che erano già state rapite dai loro romanzi, dai loro racconti e
dalle loro poesie. Preziosissime le penne di Gabriella De Donno
e Maria Letizia Pecoraro, che si sono unite alla mia, in una
collaborazione fatta di cuore, generosità e, permettemelo, bella
scrittura.
E nel mentre la prima domenica di agosto si avvicinava. Si annunciava, bussava e arrivava, portando con sé una dose maggiore di emozionante e ansiosa attesa, di quegli ultimi particolari da aggiungere e curare, prima di poter dire che siamo pronti per incominciare.
E nel mentre la prima domenica di agosto si avvicinava. Si annunciava, bussava e arrivava, portando con sé una dose maggiore di emozionante e ansiosa attesa, di quegli ultimi particolari da aggiungere e curare, prima di poter dire che siamo pronti per incominciare.
Nessun commento:
Posta un commento