Passeggiata Letteraria

Donato Cuppone

La musica di un'anima ne "Il giardino murato" 

"Mare mare
bambino ribelle
lasciami andare 
verso le stelle" 
(Donato Cuppone, Il giardino murato, pag. 53)



 TITOLO: "Il giardino murato"

AUTORE: Donato Cuppone

GENERE: Poesia

ANNO PUBBLICAZIONE: 2016

CASA EDITRICE: Il Raggio Verde

PAGINE: 64

Copertina di Francesca Marti




 Sfogliamo le pagine di un libro, ma prima di farlo accomodiamoci nel piccolo giardino murato, impregnato dei colori e dei profumi regalati dal piante che lo accogliente e familiare anche a chi ci entra per la prima volta, anche a chi, pur restando sulla soglia, si ferma ad ascoltare le note poetiche che nascono in quell'angoloin cui non solo è nato, ma vive un poeta.
Se apriamo la copertina de "Il giardino murato" di Donato Cuppone, con la leggerezza di un passo discreto, riusciamo a respirare e a far entrare nella nostra anima il silenzio delle sue parole, messe sulla carta con una semplicità e una sincerità d'animo e di cuore che disarmano.
Erano raccolte in un'agenda le poesie di Donato Cuppone. Un'agenda, amica di una vita, custode di sensazioni, emozioni, sentimenti che l'autore ha prima saputo ascoltare, cogliere, e poi è riuscito a trasformare in parole, in versi, nella musica dell'anima.
La musica di una voce che ha avuto la forza di staccare quelle poesie da un'agenda segreta, per farle diventare un libro, per farle diventare una fine ed elegante pubblicazione, curata da "Il Raggio Verde".
Ne "Il suo giardino murato", come i fiori più belli, il poeta ha seminato, curato le sue composizioni, prima di offrirle, di donarle ai lettori, con l'umiltà e la semplicità di un uomo che sa raccontare e raccontarsi. Che sa soprattutto condividere e mettersi in ascolto, insieme agli altri, di quella musica che egli stesso ha coposto. La musica di una voce che stupisce anche lui, per la forza con cui riesce a urlare il suo silenzio, a liberarsi dal rifugio in cui per troppo tempo, forse, ha custodito il suo cuore, per il suo modo timido con cui tende la mano: forse per accogliere un'amicizia, ma soprattutto per donare la ricchezza del suo animo.
Le poesie di Donato sono brevi, ma in pochi versi egli riesce a far vibrare l'anima di chi li legge, muove le onde dei sentimenti, così come le onde fanno danzare le onde del mare. Canta la giovinezza, quell'età carica di speranze e che, a volte, si risveglia su una vita di delusioni, di illusioni andate perdute. L'autore va alla ricerca di una via di fuga, di una dolcezza, di un vivere la magia di una favola che muore, però, in tenera età.
Canta l'amore in tutte le sue forme: l'amore per chi ci ha donato la vita, per una madre che "scriveva con le gocce del sorriso e che leggeva con gli occhi della vita"; l'amore che si traduce in dolore, quando siamo costretti a continuare a camminare lungo la strada della vita e la mente, "quando...una parola gentile nell'aria volando/ si veste di stile" torna all'amico di sempre, che non c'è più.
I versi de "Il giardino murato" ci portano in luoghi vicini, ma dipingono anche i profumi e i colori di terre lontane, facendo vivere nelle pagine la ricchezza del mondo, non solo quello di un uomo che si scopre poeta, ma di un mondo ricco e vario che vive e respira in un piccolo giadino murato, nel quale dovremmo entrare e sederci per respirare quella vita che, per la fretta, spesso non respiriamo.

(Tiziana Cazzato)


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