Passeggiata Letteraria

Beati i... lettori che leggono i libri di Luciano Pagano

Dopo sei anni, dopo la delicata storia raccontata in "E' tutto normale" (Lupo Editore, 2010), torna a regalarci un nuovo romanzo Luciano Pagano.
Eravamo in attesa, che si aprisse il sipario sulla nuova fatica letteraria dello scrittore nato a Novara, ma che vive ormai da molti anni nel Salento.
E lui forse era dietro le quinte ad aspettare l'inizio dello spettacolo, con il terrore di quel bambino che ha paura di affogare; o con la felicità di chi scopre un velo dal mondo. E' lì Luciano, come Andrea, protagonista di "Beati puri" (Musicaos Editore), un ragazzo che ha ancora il fegato di credere, di immaginare che nell'Italia strozzata di oggi si possa vivere con l'arte, specie al Sud, dove la struttura portante è, senza dubbio, la penuria di soldi. 
Andrea Bellomo, attore e regista teatrale indipendente, si prepara a interpretare la prima della sua ultima opera, consapevole che il teatro è dove si fa la scena. E lui, infatti, trova accoglienza non in uno dei prestigiosi teatri della capittale barocca, ma  in un ex-panificio che si veste di teatro e accende i riflettori su "Mammasantissima". Andrea è pronto: o spicca il volo oppure... Alla soglia dei trent'anni non può permettersi di sbagliare. Quando le luci della sala si spengono, attraversa le assi del piccolo palcoscenico e il sipario si apre per lui su una sala letteralmente vuota. Andrea sente che la città non gli riconosce le sue doti artistiche e lo condanna a un fallimento, dal quale, forse potrebbe salvarsi, se scendesse a compromessi. O forse dovrebbe seguire l'esempio di sua sorella Maria: aveva lasciato Lecce per andare a vivere nella capitale, ponendo centinaia di chilometri di distanza fra lei e sua madre. Soprattutto fra lei e suo fratello. Roma regala a Maria una fortuna e un successo probabilmente anche immeritati, facendola diventare l'attrice più ricercata dal cinema e la tivù.
Andrea la raggiunge: per motivi che possono sembrare scontati sceglie di dare a  se stesso, alla sua vita, alla sua arte una nuova possibilità. Un'occasione che lo porta lontano da mura e da strade in cui sente l'eco di un doloroso mistero. E forse si illude che la distanza possa  e sappia coprire un tormentato segreto, possa e sappia cancellarlo per sempre dal suo cuore e dalla sua memoria.
Roma riconosce il valore artistico del lavoro di Andrea e gli apre le porte non solo del teatro, ma quelle del cinema , dove si troverà a recitare in film tratto da un'opera tedesca che si intitola proprio "Beati i puri". Reciterà accanto alla sorella, ma soprattutto  si troverà a interpretare una pagina della sua, della loro vita, che era  rimasta in silenzio per anni. Una pagina della vita sua, della loro famiglia, con la quale, insieme a Maria e alla loro madre, dovrà una volta per tutte fare i conti.
E allora, quando le luci in sala si spengono e i riflettori puntano il nuovo romanzo di Luciano Pagano, dalle assi del  palcoscenico su cui si muove, il nostro scrittore scopre che la sala  per lui non solo non è vuota, ma che il numeroso pubblico è restato ad attendere sei anni con la voglia di leggerlo, con la voglia di ascoltare una nuova storia, intrisa di mistero, di veri colpi di scena, di sorprese, ma anche di importanti conferme.
 La conferma che Luciano Pagano ha un grande rispetto per i suoi lettori e non li delude e regala loro, ancora una volta, un romanzo ben costruito. Un romanzo semplicemente ben scritto, dove nulla è lasciato al caso. Dove lo scrittore riesce persino a fermare la macchina con cui sta riprendendo la vita dei suoi personaggi e a riavvolgere il nastro, per impreziosire la narrazione di un flashback o di una riflessione, che portano luce negli angoli della storia e della vita rimasti bui. Lascia in alcuni momenti il ruolo di narratore, per sedersi accanto allo spettatore, non solo per guardare con lui, ma anche e soprattutto per vivere con lui l'emozione che sta prendendo forma e vita. Coinvolgendo il lettore in prima persona, facendogli sentire che il suo punto di vista può arricchire e impreziosire lo svolgersi della storia e guidare la penna di chi la sta scrivendo.
La conferma che Luciano Pagano sa dar vita, sullo sfondo di una Lecce, dipinta come un meraviglioso quadro vivente fatto di parole che diventano voci, colori, profumi, suoni, attimi, personaggi complessi, tormentati,veri. Personaggi che cercano la forza per andare avanti in se stessi, nella speranza di quella seconda possibilità che a volte la vita riserva; negli affetti che, però, a volte, impediscono di respirare la libertà.
La conferma che Luciano Pagano sa parlare e scrivere di arte, di cultura, di vita e soprattutto di famiglia: nella sua bellezza e anche, e forse soprattutto,  nella difficoltà del suo essere.
E allora, sediamoci e taciamo. Ascoltiamo la vita che respira ancora una volta nelle pagine di uno scrittore ormai salentino, che fa sentire beati i lettori che leggono i suoi libri. Che leggono questo magnifico romanzo.

(Tiziana Cazzato)

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