
Nella
sua voce rieccheggia la vivacità, la spensieratezza, la gioia di vivere
che colorano il mondo dei bambini. Ma le sue corde sanno farti
ascoltare anche i suoni del mondo dei grandi: un mondo fatto di
sofferenze, di privazioni, ma anche d'invidia e cattiveria.
E
nel suo cuore? Beh, c'è in ogni aspetto che caratterizza la sua vita.
Nella dedizione, prima all'insegnamento, nel ricordo della sua vita a
scuola fra i piccoli, nella sensibilità che manifesta verso i bambini,
verso i deboli. Nella passione per l'arte, che la incuriosisce,
l'affascina, l'emoziona. Nel suo amore per la natura e gli animali.
Nell'amore per Specchia, il suo secondo paese, la casa del suo sposo,
che vive accanto alla sua Seulo nel grande cuore di una donna che
sorride, che osserva e coglie ogni particolare di ciò che racconta,
incontra e vive. E lo sa narrare in racconti in cui l'amore, la
gratitudine e la nostalgia per la Sardegna vengono resi eterni. In
racconti tessuti con una trama e un ordito preziosi, per trasformarsi in
una tela in cui si percepiscono i suoni, i profumi. Su una tela in cui
sono dipinti i colori di un'isola custode di bellezza e magia. E allora,
mentre mette su carta, la storia di Rosa e Giorgio, la vita del mondo
contadino sardo, Federica Murgia ancora una volta ci mette il cuore.
Nella prosa delicata, che non sembra aver fretta, prende vita "Il paese
della rosa peonia" (Sa 'idda de s'orrosa 'e padenti) , edito da Il
Raggio Verde, e tu, lettore, ti ci trovi dentro e accogli quel messaggio
di speranza in un fior di libro.
(Tiziana Cazzato)
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