Passeggiata Letteraria

"Un bacio dall'altra parte del mare": un libro che si ama


a cura di Maria Letizia Pecoraro

Ci sono libri gradevoli, a volte bellissimi, che consumano, nella lettura, la loro carica.
Poi ci sono libri che si fanno guardare come un film, portandoti nel mondo raccontato, conducendoti con mano ferma attraverso le anse del fiume narrativo.
"Un bacio dall’altra parte del mare" della giovane Simona Toma ci racconta l’avventura di Caterina, una ragazza leccese che lascia la sua famiglia per iniziare la sua nuova vita universitaria nella bellissima Bologna, accompagnata dal migliore amico Ettore.
Ma, incamminandosi lungo il sentiero narrativo, si scopre che il romanzo è una matrioska, che racchiude in sé altre storie, che possono leggersi una dentro l’altra.
E’ un libro che si legge in orizzontale, seguendone il naturale corso narrativo, avvincente e fluido, ma si può tentarne una lettura in verticale, scavando dentro storie profonde oppure alzandosi al seguito di sogni che gettano una mano nel futuro.
Caterina ed Ettore sono l’immagine di tanti ragazzi che, concluso un ciclo della loro esistenza, quella ovattata, vissuta al riparo della famiglia, devono decidere del loro futuro e, avendo chiaro in testa soltanto ciò che non vorrebbero per sé, assecondano una scelta imposta da altri, continuando, tuttavia, ad orientare il proprio radar su orizzonti sconosciuti. Spesso il motore principale delle loro scelte è un salutare e benefico desiderio di allontanarsi dal noto per assaporare l’ignoto.
Accade, poi, che un incontro apra porte rimaste serrate e sveli mondi lontanissimi, difficili, diversissimi, come quello di Yassine, affascinante ragazzo marocchino che ruberà il cuore di Caterina, ma farà anche molto altro. Conducendola, suo malgrado, in un mondo distante, squarcerà il velo delle certezze di questa ragazza cresciuta in una famiglia borghese e le indicherà che esiste, spesso non lontano da noi, un mondo parallelo, dove nulla è facile, dove la vita è una scommessa che si gioca giorno per giorno, dove un’ esistenza normale può essere un sogno che costa tanto denaro strappato a morsi ad anni di lavoro e, a volte, la vita. “E’ troppo grande la mia storia per te Caterina?” intuisce Yassine raccontando uno scorcio drammatico di sé che si legge nei suoi occhi, prima ancora che le parole l’abbiano narrato. Caterina non lo sa ancora che Yassine ha visto ciò che il suo cuore non vuole accettare.
Accade, ancora, che si scelga una casa soltanto perché una ragazza “svitata” incrocia il cammino e porti con sé il destino che non si conosceva, il futuro che non è quello indicato dagli altri, ma quello che cova, aspettando il giusto momento per dare segno di sé. Caterina capisce, guardandosi attraverso gli occhi degli altri, come spesso accade, qual è il suo vero talento, verso quale direzione condurre la propria vita: raccontare gli altri, le storie di mondi vicini e distanti al tempo stesso, dar voce a chi non ce l’ha. Si staglia, nitida, la bellissima parabola di una ragazzina indecisa che lascia se stessa alle spalle, per diventare la donna che non credeva di essere.
E’ una storia, tutto sommato comune, nella quale, ciascuno di noi può trovare un pezzo di sé, del proprio passato, del cammino compiuto, di ciò che si sta per affrontare, raccontata con parole che hanno la superba capacità di proiettare immagini nitide come fotogrammi, facendo di questo libro già una sceneggiatura. Domina una prosa fluida e leggera, trasparente come il nostro mare in certe mattine di settembre, increspata di tanto in tanto da meravigliose immagini usate per descrivere un dettaglio, un sentimento, un pensiero e che lasciano intuire una grandissima padronanza della parola.
Un libro che si ama.

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