UNA CITAZIONE... PER COMINCIARE
"Felicità (chiunque ascolti, uomo o donna, ne parta
oggi stesso alla ricerca)"
DALLA STORIA... LA RICETTA PER LA FELICITA'
Ha
coltivato in segreto il sogno di diventare scrittrice, infatti il
suo primo libro, “La sartoria di Matilde”, lo ha scritto di
nascosto su una vecchia macchina da scrivere. Lo ha inviato a un
premio letterario e la giuria le ha proposto la pubblicazione,
avvenuta nel 2000 presso una casa editrice di Firenze. E così che i
lettori hanno scoperto e incontrato nel mondo letterario Chiara
Curione, scrittrice barese che coltiva una grande passione anche
per la storia.
Le
sue fiabe, i suoi racconti e romanzi sono caratterizzati, infatti, da
un'ambientazione storica puntuale e attenta che rende le sue storie
più interessanti e affascinanti. Ed ecco che il grande Federico II
e la sua discendenza diventano protagonisti di una raccolta di fiabe,
adottate anche come testo scolastico.
La
sua penna si muove tra presente e passato nel suo terzo libro, dove
un tredicenne di oggi, attraverso i racconti della nonna, conosce la
storia del famoso capobanda pugliese, “Il sergente romano”, e
soprattutto quella del brigantaggio, fenomeno che ha caratterizzato
l'Italia meridionale, nel periodo successivo all'unificazione.
Le
sue storie hanno preso vita anche sui palcoscenici: sono, infatti,
state arrangiate, adattate e diventate rappresentazioni teatrali.
La
sua produzione artistica ha suscitato curiosità e grande interesse,
infatti Chiara Curione è stata intervistata anche dal Tg3 e da
Gallucci del Tg5, per la rubrica dedicata a “La lettura”.
E
adesso da Gioia del Colle arriva a Specchia, portandondoci “Una
ricetta per la felicità” (Besa editrice), una saga familiare
che vede protagoniste due donne, una del passato e una del presente,
in un nuovo affascinante racconto, dal “gradevole gusto”
di storia.
Chiara Curione (Bari,
1962) è autrice di racconti e romanzi. “La sartoria di Matilde”
è il suo primo romanzo, pubblicato con Firenze Libri dopo aver vinto
un premio letterario nel 2000. Successivamente il libro è stato
accolto nel catalogo Danae che promuove autori emergenti.
In seguito alla
collaborazione con il laboratorio di lettura della biblioteca di
Gioia del Colle ha pubblicato per Edizioni Pugliesi una raccolta di
fiabe storiche su Federico II e la sua discendenza: “Le Imprese di
Federico II”. Il libro è stato adottato per progetti lettura in
numerose scuole pugliesi, in seguito è stato presentato al festival
della letteratura per ragazzi di Torre Maggiore, ricevendo
l’intervista dal tg3.
L’autrice ha
pubblicato nel 2008 il romanzo storico sul brigantaggio “Un eroe
dalla parte sbagliata” edito da Besa. Il libro scritto tra presente
e passato ha come protagonista del tempo passato il sergente Romano,
famoso brigante, capo delle bande pugliesi nel periodo post-unitario.
Il testo è stato adottato per progetti lettura nelle scuole medie,
suscitando notevole interesse. L’autrice ha ricevuto per questo
testo l’intervista dal giornalista Gallucci, al tg5 nell’ambito
della rubrica “La Lettura”. Con questo libro ha partecipato a
Lector in Fabula, festival della letteratura per ragazzi a
Conversano. A febbraio del 2012 è uscito il suo ultimo romanzo “Una
ricetta per la felicità” edito da Besa, con prefazione di Pino
Aprile.
Il libro è stato
presentato al Salone del libro di Torino, al Women’s Fiction
Festival di Matera e in alcuni licei.
Nel 2012, il suo primo
romanzo è stato ripubblicato in e-book dalla nuova casa editrice
EEE-Edizioni Esordienti.
Chiara Curione nel 2013 ha
partecipato alla fiera internazionale del Mediterraneo a Campi
Salentina. Nel 2014 il romanzo “Una ricetta per la felicità” è
alla seconda edizione con il marchio Besa.
I suoi libri sono adottati per
progetti lettura in numerose scuole.
IL SUO ROMANZO
Casa Editrice: Besa
Collana: Negroamaro Letteratura 9
Genere: Romanzo
Pagine: 324
Una ricetta per la felicità è una saga familiare che va dal ventennio
fascista fino ai giorni nostri. I capitoli si dividono tra presente e
passato, e il loro anello di congiunzione è rappresentato da un vecchio
diario. I capitoli del tempo passato si aprono con una ricetta del
diario di Lucia, che appunta pensieri e gli
avvenimenti della famiglia in cui lavora da domestica da quando aveva
dodici anni. Nella storia presente si narrano le vicissitudini di Vera,
che trova il vecchio diario e lo sfoglia incuriosita dagli appunti della
nonna di cui scopre aspetti sconosciuti e segreti di famiglia. In
entrambe le storie l’amore ha il ruolo di protagonista assoluto, crea
contrasti sentimentali tra i personaggi e guida le loro azioni.
L’orgoglio e la voglia di non arrendersi sono gli aspetti che accomunano
le due protagoniste. Entrambe, nonostante le difficoltà, riusciranno a
superare i contrasti e a migliorare la propria situazione.
UNA PAGINA, UN BRANO
Il quaderno di Lucia
Agnello a callarid
Cuocere
a fuoco lento un chilo di agnello tagliato a pezzi con 100 grammi di
olio, un poco di prezzemolo, la cipolla a fettine, insieme ai
pomodori a pezzetti. A metà cottura mettere 2 chili di cicorielle
lavate pulite e legate a mazzetti, e due bicchieri di acqua.
5-10-1933
Questa è la ricetta che ho fatto il mio primo
giorno di lavoro. Un giorno che non dimenticherò mai per lo sguardo
severo della padrona, per le stranezze di questa casa e per quello
che combinai per la cena. Finsi di aver sbagliato, in realtà cucinai
l’agnello a modo mio. Ancora oggi di una cosa sono sicura, feci una
ricetta tanto buona che madre e figlio finalmente smisero di
litigare. Nessuno mi disse che ero brava, ma fui contenta lo stesso
perché don Peppino non gridava più e gli occhi di ghiaccio di donna
Margherita diventarono più sorridenti.
Sto con questa famiglia da due anni. Allora
avevo dodici anni e non sapevo ancora leggere e scrivere. Era inverno
e io come al solito dovevo lavorare…
Dopo la pioggia gelida del mattino, Lucia portava
un cesto di pagnotte appena sfornate a una cliente del fornaio. Lo
sorreggeva sulla testa, camminando con ciabatte di legno nella via
fangosa, riparata da un piccolo scialle di lana su un abito senza
maniche, unico capo per tutte le stagioni. Cantando a tutta voce,
attraversò la stradina del suo rione, quando mise il piede su di un
masso sconnesso della via bagnata e perse l’equilibrio scivolando.
Marietta, la moglie del falegname, aveva visto la
scena dalla bottega del marito e accorse ad aiutarla.
“Ti sei fatta male?” domandò, mentre la
fanciulla si alzava lentamente, guardando con preoccupazione il pane
che era rotolato in ogni direzione e si era irrimediabilmente
sporcato.
“No” disse toccandosi le ginocchia doloranti e
aggiunse: “Adesso chi lo dice al padrone?”
Mentre altre donne si erano avvicinate,
rimproverandole di cantare sempre e avere la testa tra le nuvole,
Marietta la tranquillizzò.
“Al fornaio ci penso io. Adesso vieni a casa mia
che ti disinfetto le ginocchia.” Lucia guardò la bella signora di
mezza età, dai capelli brizzolati, raccolti con la crocchia sulla
nuca, che emanava sempre un buon profumo di pulito e si sentì
rassicurata dalla sua voce tranquilla. La seguì senza indugiare.
L’aveva sempre ammirata perché sapeva leggere e scrivere e parlava
bene l’italiano a differenza delle altre donne del quartiere, e
molte volte si era sentita orgogliosa di ricevere le sue attenzioni.
“Alla tua età non dovresti lavorare così! Mi
auguro che almeno il fornaio ti paghi bene!” disse.
“Mi dà un po’ di farina, il pane e ogni tanto
qualche uovo. Dice che lo devo ringraziare e che se sono furba imparo
il mestiere” riferì Lucia, ammettendo che aveva bisogno di quel
lavoro.
Marietta conosceva i problemi della fanciulla.
Lucia aveva la madre con una salute malferma e, oltre a curarla, si
occupava dei fratelli minori. Ogni volta che lei la vedeva fare
servizi ai vicini per ricevere un po’ di cibo in cambio, pensava
che la vita fosse ingiusta e che una bambina così piena di spirito e
intelligente piuttosto dovesse andare a scuola. Ma Lucia sin dall’età
di otto anni era rimasta orfana. Suo padre che faceva il facchino si
era trovato sotto un carro da traino e dopo aver passato mesi in
ospedale, si era spento per sempre, lasciando il carico della
famiglia ai due figli più grandi: Lucia e Rocco.
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