UN VERSO, UNA STANZA
"Poi, nel sonno,
sibili crolli
attraversarono inganno e volontà
ampliandosi tra il cemento.
Ma nulla (confronto,
presago)
fu più compiuto della realtà"
(da "I versi della polvere. L'Aquila 2009", Lara Savoia, Argo)
La musicalità della buona poesia
Una
pagina bianca è per lei una tela da dipingere con le parole. É una
confidente alla quale affida i suoi segreti. Eppure Lara Savoia,
poetessa nata a Scorrano e che
vive a Salve, non
scrive per se stessa, ma per comunicare con gli altri. Scrive e
riscrive i suoi versi, per raggiungere un timbro che sia solo suo,
per raggiungere la trasparenza che caratterizza l' “Ode
su un'urna greca” di
Keats, di cui ama la musicalità. Scrive con gli occhi più che con
le viscere e la mente. E le parole debbono amalgamarsi, essere un
tutt’uno e, finché ciò non accade, le compone e le scompone come
i puzzle di Escher.
Legge
moltissimo, studia la metrica e le poesie dei grandi, senza avere la
presunzione di paragonarsi a loro, ma con la consapevolezza che solo
i piccoli non vogliono assomigliare ai grandi. Vuole imparare molte
cose, sperimentare nuovi linguaggi, scrivere ogni volta qualcosa di
diverso. Nella sua prima raccolta, “Flauto e
serpente”
(Kimerik Edizioni, 2007),
“la
poesia- come scrive Francesco Greco- vive di piccoli incanti
quotidiani, fruga nei sentimenti e negli affetti. É composta di
parole
fatte di luce e trasparenza, dettate da una sensibilità sempre tesa
alla ricerca della bellezza, di qualcosa che sta in alto, che
percepisce ciò che sfugge agli altri nel rimestio della vita che
offre giorni sempre uguali.”
Nei
componimenti della sua seconda raccolta, “I miei giochi
scomposti” ( Manni Editori,
2010), le stagioni dell'amore si rincorrono, si sfiorano, si
intrecciano e generano versi che seguono l'altalena delle emozioni.
La poetessa riesce a dare “forma alle diverse sfaccettature
dell'amore, che si traveste e assume via via le sembianze ora di una
visione, ora di un sentimento profondo, ora di un desiderio sfrenato,
e si tras/colora in immagini, della natura soprattutto. E su tutto
incombe il tempo, come sedimentare di passioni, di delusioni, di
aspirazioni e il sentimento diventa incalzante, si fa giorno, notte,
stagioni, pianta, albero, scoglio, elemento marino, onda, risacca,
impronta, velo”, e viene dipinto con immagini sempre più
suggestive e coinvolgenti. Sono versi salvati dalla polvere del
terremoto d'Abruzzo, dove l'autrice si trovava per studiare Medicina.
Nella notte del 6 aprile 2009, quando la terra tremava distruggendo
le case, lacerando la quotidianità, seppellendo vite, Lara si
precipita in strada e riesce a mettere in salvo una madre e il suo
bambino, che erano terrorizzati. Dopo la notte trascorsa
all'addiaccio con la gente, il giorno dopo torna, striscia fra le
macerie e i calcinacci e recupera il suo portatile ma soprattutto i
moleskine gravidi di versi, che esprimono con intensità e passione
la grandezza del sentimento raccontato.
Ha
aspettato, però, cinque anni prima di riportare in versi gli esiti
di quel drammatico coinvolgimento e pubblicare il poemetto, “I
versi della polvere- L'Aquila, 6 aprile 2009”,
edito da Argo.
Questa attesa, come scrive Stefano Savella su Puglialibre, “le ha
consentito una più approfondita ricerca e una sublimazione che
sarebbero state inevitabilmente meno efficaci in una pubblicazione
più vicina agli eventi” . In quest'ultima opera, la Savoia
impasta le parole con il cemento e i mattoni crollati sulle vittime e
sui feriti e riesce a rendere il dolore di una città quello della
Terra, il dolore di una sola persona quello di un'intera comunità,
confermandosi poetessa di grande talento. I suoi scritti contengono
illuminazioni che rimandano proprio a quei grandi che lei ama: Keats,
in primis, ma anche Baudelaire e i poeti maledetti, Leopardi e
Goethe, Holderlin, Rilke, Pessoa, Alda Merini, Garcia Lorca e Neruda.
E da sopra le spalle di questi grandi il suo sguardo timido e
profondo raggiunge un orizzonte visibile a pochi e i suoi versi, che
riproducono in parole le note della musica di Vivaldi, Mozart e
Beethoven, dal Salento volano e raggiungono Paesi lontani, dove,
tradotti in una nuova lingua, vivono e comunicano l'intensità e la
musica delle emozioni universalizzate dalla penna di una scrittrice
che ci dona “buona poesia”.
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Ha pubblicato tre libri di poesia: Flauto e Serpente (Kimerik Edizioni 2007) , I miei giochi scomposti, (Manni Editori 2010), "I versi della polvere – L’Aquila, 6 Aprile 2009" (Argo Editrice 2014)
La prefazione
dell’ultimo libro è curata da Mario Desiati.
Numerose poesie sono
state tradotte in russo, inglese, e rumeno da Moldova in Progres,
rivista moldava. È stata antologizzata da Edizioni Libere in
"Poetesse d’amore e d’armi" e in "Flora e Fauna", "La natura di noi
due".
Recensioni ai suoi
volumi sono apparse su "La Repubblica", "Corriere del Mezzogiorno", "La
voce di Romagna", "Gazzetta del Mezzogiorno"- Puglia e altre testate
giornalistiche.
Si dedica, inoltre, alla scrittura di romanzi, fantasy e fiabe.
Si dedica, inoltre, alla scrittura di romanzi, fantasy e fiabe.
IL SUO POEMETTO
Titolo: I versi della polvere. L'Aquila, 6 aprile 2009
Casa Editrice: Argo
Collana: A Sud del Novecento
Data di pubblicazione: Marzo 2014
"I versi della polvere" hanno a che fare con il il terremoto di L’Aquila: 5 anni fa l’autrice, studentessa di Medicina, era lì, e venne drammaticamente coinvolta. Ma il poemetto non e un’opera di testimonianza né appartiene al pur nobile genere della poesia civile, è sem-
mai un crogiuolo in cui – sullo sfondo della tragedia aquilana – esplodono le problematiche esistenziali dell’autrice, che si traducono nell’affascinante successione di visioni – in parte debitrici dell’Apocalisse e del Paradiso perduto di Milton – che tracciano il corrusco orizzonte di una poetessa di grande talento.
Per saperne di più:
http://lara-larasavoiapoesia.blogspot.it/p/rassegna-stampa.html
mai un crogiuolo in cui – sullo sfondo della tragedia aquilana – esplodono le problematiche esistenziali dell’autrice, che si traducono nell’affascinante successione di visioni – in parte debitrici dell’Apocalisse e del Paradiso perduto di Milton – che tracciano il corrusco orizzonte di una poetessa di grande talento.
Per saperne di più:
http://lara-larasavoiapoesia.blogspot.it/p/rassegna-stampa.html
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